Siccità: dati allarmanti in tutta Italia

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By paolo

Siccità: dati allarmanti in tutta Italia. Poche piogge, corsi d’acqua e laghi ai minimi già a fine inverno e ghiacciai sempre più ridotti. Analizziamo la situazione nazionale

Siccità, da sempre, è un termine utilizzato prevalentemente in estate, quando le temperature sono alte, le piogge scarse, l’umidità bassa e l’evaporazione dell’acqua, di conseguenza, è alta. Se in passato si parlava di siccità raramente, negli ultimi anni le estati italiane sono diventate sempre più povere di piogge; mancano, spesso, anche quei bei temporali pomeridiani, tipici soprattutto delle zone di collina e montagna. Molto più spesso si verificano lunghi periodi di siccità con poche e violente precipitazioni che tanti danni provocano ad auto, case e, soprattutto, in agricoltura.

Oggi, 23 marzo 2019, però, siamo già qui a parlare di siccità. L’inverno, la stagione portatrice di piogge e neve (soprattutto) per antonomasia è stata arida, con temperature, soprattutto nel nord Italia, spesso sopra la media del periodo. La conseguenza? I ghiacciai sono già pericolosamente vicini ai minimi e, di conseguenza, manca tutta quella riserva d’acqua che dovrebbe garantire un flusso idrico per tutto l’anno (o quantomeno idoneo prima delle piogge primaverili ed autunnali).

Nel nord Italia, dicevamo, l’inverno quasi non c’è stato. A partire dagli anni Ottanta dello scorso secolo le precipitazioni invernali sono diminuite in maniera netta, determinando il già accennato arretramento dei ghiacciai (in circa un secolo e mezzo si sono ridotti di circa due terzi). il problema, come detto, sono anche le temperature. In passato, quando non nevicava, si registravano comunque temperature rigide. Quest’inverno no, non ha nevicato e neppure ha fatto freddo. Il risultato non può che essere un drammatico minimo di fiumi e laghi come se fosse agosto.

Se non abbiamo facoltà di far piovere, ci sono comunque tante azioni da poter mettere in campo. Pensiamo alle perdite nella rete idrica: il rapporto Ispra sull’acqua del 2017 denuncia, per l’anno 2015, che nei Comuni capoluogo di provincia, la perdita è stata del 38,2% del totale (nel 2012 era stata del 35,6%). Vale a dire che oltre un terzo dell’acqua che scorre nelle tubature va persa!

Riguardo il consumo dell’acqua, poi, c’è da dire che siamo tentati a sprecarne in quanto il costo dell’acqua, in Italia, è di gran lunga inferiore a quello del resto d’Europa: a Milano l’acqua costa 0,79 dollari al mc, a Napoli 1,48 dollari, a Roma 1,62 dollari, a Bologna 1,71 dollari. Ad Oslo costa 4,57 dollari, a Bruxelles 5,12 dollari, a Zurigo 5,96, ad Amsterdam 7 dollari ed a Copenhagen supera addirittura gli 8 dollari toccando quota 8,06. I maggiori introiti potrebbero, facilmente, essere destinati al miglioramento delle infrastrutture.

Veniamo, infine, all’agricoltura. Un recente rapporto denuncia che nel 2017 l’agricoltura in Italia ha prelevato 17 miliardi di metri cubi di acqua. Dopo la Spagna, l’Italia in Europa è la seconda nazione per superficie irrigata. Si potrebbe risparmiare l’acqua? Certamente sì, basterebbe scegliere coltivazioni che ne necessitano meno, oppure cambiando il tipo di irrigazione.

Insomma, il problema c’è, è reale ed attualissimo. Vogliamo aspettare ancora molto?