Previsioni del tempo – teleconnessioni

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By Giampietro

Come si fa una previsione meteo? Su cosa fondano il proprio lavoro i previsori?

Elaborare le cosiddette “previsioni del tempo” è un’impresa davvero ardua, nonostante il grande aiuto dato dai recenti sviluppi tecnologici. Per il previsore una grande mano arriva da quelle che scientificamente sono definite teleconnessioni.  Cosa sono e a cosa servono?Innanzitutto, bisogna dire che esistono due tipi di connessioni, quelle atmosferiche e quelle oceaniche, a seconda dell’ambiente fisico preso in esame.

Indici previsioni del tempo

Teleconnessioni atmosferiche – Le teleconnessioni sono indici descrittivi che prendono in esame la variabilità meteorologica, ed alcuni anche climatica, circoscrivendo i relativi fenomeni a pattern atmosferici, ovvero a schemi di circolazione ricorrenti. In buona sostanza, due punti dell’atmosfera si dicono “teleconnessi” fra loro quando si riscontrano parametri fisico-meteorologici (pressione barometrica e/o temperatura ad esempio) correlati tra loro in maniera direttamente o inversamente proporzionale nel tempo. Per dirla in maniera meno tecnica, se ad esempio temperatura e pressione variano in maniera direttamente o indirettamente proporzionale nei punti presi in esame, nel corso del tempo si avrà un trend correlato statisticamente per quell’area d’esame e sarà possibile creare un indice che ne descriva l’andamento nel tempo.

Alcuni degli indici teleconnettivi atmosferici più noti ed adoperati dai meteorologi sono questi: l’indice AO (Artic Oscillation), che descrive la differenza di pressione tra l’artico, sede del Vortice Polare, e le medio-basse latitudini. Questa differenza di pressione descrive la forza e la salute del Vortice Polare; lo Scandinavian Pattern (noto come SCAND) che esamina il gradiente di pressione sopra la Scandinavia (positivo o negativo a seconda dei valori dominanti di alta o bassa pressione); il QBO (QuasiBiennial Oscillation) che descrive la periodicità dei venti stratosferici equatoriali.

Teleconnessioni oceaniche – Questo tipo di teleconnessioni invece prende in esame la variabilità delle condizioni delle acque oceaniche, che influiscono in maniera diretta sulla circolazione atmosferica globale, ed hanno indici descrittivi su scale temporali più lunghe, di solito anni o decenni. Il più famoso di questi indici è sicuramente l’ENSO (El Niño Southern Oscillation) che prende in esame l’ormai famosissimo fenomeno del Niño venuto alla ribalta sui media recentemente, ovvero la periodica oscillazione di temperatura delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico di fronte al Sud America. Fenomeno che impatta notevolmente sui fenomeni atmosferici globali; l’indice AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation) che è l’equivalente dell’ENSO sull’Atlantico: descrive l’andamento delle temperature superficiali delle acque dell’Oceano Atlantico dalla Gorenlandia all’equatore. Questo viene ritenuto un indice importante per una forte correlazione tra temperature e precipitazioni di Nord America ed Europa.

Questi sono solamente alcuni degli indici principali ma ve ne sono parecchi altri. Ebbene i previsori, lavorando sui dati di questi indici, sulle immagini e i dati radar satellitari e insieme all’utilizzo di modelli matematici fondati su un sistema di raccolta dati in tempo reale su scala globale, emettono le cosiddette previsioni del tempo quotidiane, a medio termine ed anche una linea di tendenza a lungo termine. I centri meteo più importanti nel mondo forniscono anche delle tendenze a livello stagionale che, è bene sottolineare, non costituiscono previsioni ma, appunto linee di tendenza generali su scala continentale.