Previsioni meteo: disturbate dall’arrivo del 5G?

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By paolo

Previsioni meteo: potranno essere disturbate dall’arrivo della tecnologia 5G?

Ultimamente si parla tantissimo della nuova tecnologia 5G e di tante preoccupazioni che ad essa ruotano attorno; ultima in ordine cronologico quella legata alle previsioni meteo. Ma andiamo con ordine: di cosa parliamo quando citiamo il 5G? Nell’ambito della telefonia mobile, con il termine 5G (Fifth Generation) si indicano le tecnologie e gli standard di quinta generazione, che permettono, quindi, prestazioni e velocità superiori a quelli della tecnologia 4G e 4G LTE che l’ha preceduta.

Tutto positivo, dunque?! Neanche tanto… Oltre ai tanti effetti negativi che pare provochi il 5G si aggiunge un problema legato alle previsioni meteo. La nuova tecnologia, infatti, utilizza una frequenza pari a 23 gigaHertz, pericolosamente vicina a quelle usate dai microsatelliti per misurare la quantità di vapore acqueo nell’atmosfera, e potrebbe quindi interferire. Cosa vuol dire tutto ciò?

Dichiarazioni

“In base ai piani attuali per l’implementazione del 5G i nostri satelliti potrebbero perdere approssimativamente il 77% dei dati” – ha sottolineato al Washington Post Neil Jacobs (assistente segretario al commercio per l’osservazione e la previsione ambientale) – “riducendo la capacità di previsione del 30%. Se si guarda indietro nel tempo, a quando le nostre previsioni erano il 30% meno accurate di oggi si arriva intorno al 1980. Questo porterebbe ad una diminuzione delle previsioni sull’andamento degli uragani di due o tre giorni”.

Sarebbe un incredibile salto indietro, soprattutto per quelle zone colpite frequentemente da fenomeni estremi quali, appunto, tornado o uragani.

Simile preoccupazione è stata espressa qualche giorno fa anche da Tony McNally dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecast. “Il modo in cui stiamo introducendo il 5G potrebbe compromettere seriamente la nostra abilità di prevedere le grandi tempeste“. Negli Usa la frequenza è già stata messa all’asta, e anche altre molto importanti per le previsioni dovrebbero finire agli operatori del settore, che finora hanno sempre respinto le accuse. “Gli operatori stanno saccheggiando lo spettro delle frequenze, e i regolatori stanno fallendo nel proteggere quelle vitali” – scrive su Nature Jordan Gerth, of the University of Wisconsin-Madison – “più ne perdiamo e maggiore sarà l’impatto“.

Insomma, da una parte lo sviluppo nelle tecnologie delle telecomunicazioni, dall’altra un deciso passo indietro nella redazione delle previsioni meteo. Vedremo i futuri sviluppi…