Grandine grossa o piccola? Quali le cause?

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By mario

Grandine grossa o piccola? Dove quando e perché

Dopo la grandinata che ha interessato ieri alcuni comuni della provincia di Campobasso, vi forniamo una spiegazione del fenomeno e dai fattori che incidono sulla grandezza del chicco. La grandine è senz’altro la meteora più temuta al mondo per i danni che può provocare alle colture, ai tetti delle nostre abitazioni, alle auto e non solo. Non di rado le grandinate più intense e improvvise possono causare anche il ferimento e la morte delle persone. Il fenomeno in se è abbastanza prevedibile, un po’ meno la sua localizzazione precisa anche se in generale è possibile emanare delle allerte per delle zone di non grossa estensione. Questo perché il fenomeno, soprattutto nel periodo estivo è sempre associato alle nubi temporalesche.

Della grandine sappiamo praticamente tutto, la sua genesi è legata alle forti turbolenze che si formano all’interno di una nube temporalesca quando la differenza tra la temperatura del suolo e quella in quota è elevata. Si tratta del progressivo accrescimento di piccoli nuclei che si muovo su e giù lungo un orizzonte termico che va da temperature di poco superiori allo zero a temperature di poco inferiori. La grandezza del chicco è proporzionale alla potenza della turbolenza perché più forti sono i venti in risalita dalla base della nube, maggiore il peso del chicco che potrà essere sostenuto in quota prima di precipitare.

Le turbolenze maggiori si hanno nel periodo estivo quando aria più fresca irrompe su un substrato caldo e umido ma bisogna fare delle distinzioni. C’è infatti differenza tra pianure e rilievi. Le pianure sono sicuramente più calde delle zone montuose ed è per questo motivo che sono anche le aree con una maggiore probabilità di grandine grossa. Anche le zone di passaggio tra pianura e rilievo (pedemontane) soprattutto in ragione della forzatura orografica possono essere interessata da grandine di grosse dimensioni. I rilievi hanno un clima meno caldo e generalmente la grandine è più piccola.

Bisogna fare una distinzione anche in base alla latitudine, le nostre regioni del Nord sono sicuramente quelle con una maggiore predisposizione alla grandine estiva grossa proprio perché più vicine, più a stretto contatto con la circolazione di aria fresca dell’Europa settentrionale. La situazione è un po’ diversa al Centro ed al Sud più lontane dalle masse fredde in discesa dal nord Europa dove i fenomeni grandinigeni estivi sono meno pericolosi perché i chicchi di minori dimensioni. All’estremo sud poi la grandine estiva è un fenomeno abbastanza raro, più diffuso invece nella stagione fredda o di passaggio caldo-freddo, freddo-caldo quindi tardo autunnale e primaverile.

Queste sono naturalmente considerazioni generali, è ovvio che laddove una nube temporalesca acquisti energia e potenza sufficiente, la grandine peggiore potrà farla ovunque. Un caso tra tutti la grandine epocale che ha interessato la zona occidentale della provincia di Napoli il 5 Settembre 2015 con chicchi del peso anche superiore ad 1kg.

Fonte: 3B Meteo

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