Quella qui formulata è una previsione e non va interpretata come un certezza
Dopotutto, statistiche alla mano, il mese di gennaio è ben noto per le cosiddette “secche”: lunghi periodi anticiclonici e carenza di precipitazioni. Nonostante ciò la nostra amatissima regione, a differenza delle regioni del Nord Italia, non può affatto lamentarsi in termini di precipitazioni nevose.
Non possiamo nascondere che il primo vero episodio invernale si è avuto solamente nei giorni del 17 e 18 gennaio arrecando nevicate soprattutto sulle zone centro/orientali della regione, facendo registrare temperature gelide per diversi giorni. L’unica nota stonata è la poca neve caduta sulle nostre montagne……ma avranno tempo per rifarsi il look.
La temperatura nei prossimi giorni subirà un rialzo termico fino ai primissimi di febbraio, poi intorno al 2-3 febbraio le medie d’ensemble del modello americano GFS prevedono un rapido calo delle temperature, soprattutto sul Nord Italia e regioni del Medio-Alto Adriatico, precursore di una nuova ondata di freddo causato dal forte spostamento (splitting) verso l’Europa del gelido vortice polare stratosferico (VPS).
In effetti i principali modelli (GFS, ECMWF) seguitano ancor oggi ad intravedere per i primi giorni di febbraio un forte splitting del VPS verso l’Europa, con due poli freddi, uno sulla Siberia e un secondo sul Regno Unito.
Dovrebbe essere il polo sul Regno Unito, nel suo spostamento verso est a portare di nuovo il gelo verso l’Europa centro-orientale e da qui verso i Balcani. Ma prima che ciò avvenga occorrerebbero alcuni giorni. Ecco perché l’arrivo eventuale di una nuova ondata di freddo sull’Italia potrebbe essere rimandata verso la fine della prima decade di febbraio.