Il calo del Niño, come possiamo vedere dal grafico sottostante, si fa piuttosto netto nella zona 1+2 e nella zona 3, ovverosia è un calo nella zona orientale più vicina alla costa americana, meno evidente nel cuore del Pacifico occidentale.
Tuttavia, anche in quest’ultima zona il calo è stato evidente, da +2,5°C di anomalia a +1,79°C, nel giro di meno di un mese.
Gli effetti del Niño sono evidenti soprattutto sulle temperature globali, nella giornata di mercoledì (24 febbraio) l’anomalia termica globale è stata infatti pari a +0,596°C, il valore massimo mai toccato negli ultimi anni, grazie soprattutto ad un Emisfero Settentrionale che è più caldo del normale di +0,906°C. Questo grazie all’azione di trasferimento del calore dall’Oceano Pacifico Tropicale all’atmosfera terrestre.
Ma il fenomeno, come detto, è in calo, le ultime previsioni del NCEP mostrano un deciso calo delle anomalie sul Pacifico Equatoriale, fino ad arrivare in fase lievemente positiva a Luglio, ma l’arrivo della Niña è tutt’altro che scontato!
Notiamo infatti che l’incertezza è tanta, addirittura la media delle ensamble porterebbero ad un possibile nuovo, debole Niño nel prossimo inverno (ma potrebbe invece venirne fuori anche una debole Niña, le previsioni sono all’insegna dell’incertezza).