Clima – Il pauroso minimo di Maunder e la PEG in Europa.

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By Giampietro

Cosa succederebbe in Europa se le temperature crollassero repentinamente di qualche grado al di sotto della media? È già successo, in un passato abbastanza recente.

In alcuni articoli precedenti abbiamo dimostrato come il clima possa subire alterazioni molto brusche in maniera repentina ed inaspettata. Ciò che abbiamo dimostrato è che tali alterazioni, quando avvengono in maniera estremamente rapida, sono quasi sempre il frutto di quelle che sono chiamate “forzanti naturali”, ovvero eventi naturali improvvisi di magnitudine tale da avere effetto sul clima globale. Siccome siamo in un periodo macroclimatico definito “interglaciale”, cioè posto tra due ere glaciali e termicamente favorevole, quasi sempre queste forzanti quando intervengono vanno a modificare questo trend verso il caldo in maniera opposta, abbassando cioè le temperature del pianeta. Lo abbiamo visto con le serie di esplosioni vulcaniche imponenti del XIX secolo, ad esempio.

I cicli solari: Ebbene, un elemento molto importante all’interno dell’equazione climatica planetaria, che influisce in maniera importante ma solitamente lenta e progressiva sulle dinamiche atmosferiche planetarie, è costituito dal Sole. La nostra stella infatti è responsabile della quasi totalità dell’energia che giunge sul nostro pianeta, risultando inevitabilmente fondamentale. Ma questa energia non è costante ed omogenea, bensì si basa su cicli derivanti dalle dinamiche chimico/fisiche in atto all’interno del nostro astro. Pochi sanno che il Sole è una stella variabile e presenta una intensità di attività ciclica media di 11 anni, con un massimo di attività raggiunto rapidamente all’inizio di ogni ciclo ed un minimo successivo conseguito più lentamente ma più duraturo. In corrispondenza del massimo e del minimo di attività si hanno un surriscaldamento del clima terrestre e poi un successivo raffreddamento. I due ultimi cicli sono stati molto intensi ed hanno portato ad un aumento della temperatura globale del pianeta, anche se l’opinione comune dominante attribuisce il riscaldamento globale della Terra a fenomeni antropogenici, ossia alle attività industriali umane, come l’aumento della CO2 nell’aria. Ma è bene sottolineare che in corrispondenza dei massimi e dei minimi si sono sempre avute corrispondenti variazioni di temperatura.

Come si manifesta l’attività solare? La maggiore o minore attività solare si manifesta attraverso la presenza sulla superficie dell’astro di un maggiore o minore numero di “macchie solari”, ovvero regioni della superficie del Sole distinte dall’ambiente circostante per una temperatura minore ed una forte attività magnetica che appaiono come punti scuri. I grafic qui a fianco descrive piuttosto bene la corrispondenza tra numero di macchie, quindi intensità dell’attività solare, e temperatura globale. Ciò che si evince in maniera chiarissima è che, in concomitanza con una pressoché assente attività solare avutasi lungo il ‘600 ed il ‘700 con la quasi totale scomparsa di macchie solari (fenomeno chiamato Minimo di Maunder), si ebbe una rapidissima e consistente caduta della temperatura media globale: fu una delle cause scatenanti la cosiddetta PEG (Piccola Era Glaciale) o Little Ice Age in inglese. Per circa un secolo si ebbero inverni estremamente freddi, estati brevi e molto fresche, precipitazioni molto più intense. Insomma, si visse un vero e proprio shock climatico che provocò una recrudescenza dell’ambiente naturale con conseguenze carestie, malattie e guerre. Un vero incubo.

Tutto ciò ricapiterà? La risposta è  tanto semplice quanto preoccupante: non è una questione di “se” ma di “quando”. Il grafico stesso mostra che l’attività solare è in diminuzione dopo un picco alla metà del secolo scorso, il numero di macchie è in rapido calo, sempre meno ogni anno, quindi un nuovo minimo è alle porte. Ci auguriamo non sarà intenso come quello di Maunder, sarebbe un grosso problema per tutti.